Lavori in apiario nel mese di Gennaio 2009
Cari Amici Apicoltori, non posso non rendervi partecipi della mia gioia di essere stato invitato, in Friuli, ai lavori per la costituzione di una Commissione Apistica, denominata “AlpeAdria”, che dovrebbe essere composta dai Presidenti delle Associazioni Apistiche, dalle rappresentanze dei medici veterinari appartenenti alle regioni del Friuli, Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia con l’estensione alle rappresentanze della Slovenia, Austria (Carinzia), Croazia e Bosnia Erzegovina. L’incontro è stato organizzato dai quattro Consorzi Apistici del Friuli e Venezia Giulia e la prima cosa bella è stata vedere, sopra il testo del programma, tutti e quattro gli stemmi dei consorzi assieme. Già il Venerdì 5 dicembre ho partecipato alla consegna degli attestasti di frequenza a diciotto nuovi apicoltori che avevano frequentato il corso base di apicoltura. Vedere queste persone, fra le quali anche delle presenze femminili, non può far altro che onore a queste associazioni, in questi periodi nei quali è più facile vedere apicoltori che abbandonano l’attività. Il sabato mattina, nella Sala Convegni della Facoltà di Agraria a Cormons, il dr.PierAntonio Belletti ha introdotto i lavori descrivendo il programma della giornata e indicando le linee guida della nuova Commissione. La parola poi è passata al prof. Franco Frilli, ex Rettore dell’Università di Udine, che da grande conoscitore delle problematiche del mondo dell’apicoltura, ha illustrato i concetti del perché riteneva importante che fossimo tutti riuniti sotto lo stesso tetto, dimostrando secondo un filo logico che viviamo tutti le stesse problematiche. Chi ha avuto il piacere di conoscere il prof. Frilli sa che, per vocazione, ha la capacità di aggregare le persone; così seguendo il suo ragionamento ci siamo trovati tutti d’accordo e da quel momento sono spariti tutti gli screzi e i dissapori, ritrovandoci a parlare e discutere tutti sullo stesso piano. A contribuire a farci sentire tutti a nostro agio e tutti protagonisti di quello che stavamo vivendo ci ha pensato la dott.ssa Anna Gloria Sabatini, Direttore Responsabile del ex Istituto Nazionale di Apicoltura, ora C.R.A., che con la sua calma e tranquillità ha armonizzato tutti gli interventi. Il dr. Salvatore Barone veterinario di Bolzano ha relazionato sulla necessità di avere dagli apicoltori dei dati certi riguardo le morie delle api e i tempi e i modi in cui avvengono. Il passaggio delle informazioni potrebbe avvenire attraverso schede raccolte dalle associazioni e operando assieme per raggiungere un fine comune. E’ poi intervenuto anche il dr. Fabio Orsi dell’ASL di Sondrio, sostenendo che molte volte il Veterinario arriva presso gli alveari quando è troppo tardi per la raccolta delle api morte o per poter fare una diagnosi di avvelenamento, ricordando che anche i veterinari devono farsi carico di istruire gli apicoltori di come comportarsi davanti ad una catastrofe in apiario. Questa collaborazione deve portare ad un rapporto più diretto fra apicoltore e veterinario. Dobbiamo creare un clima dove l’apicoltore non vede il veterinario come quello che lo vuole accusare e poi punire; d’altra parte il Veterinario non deve mettere in atto solo i suoi poteri di controllore. Il dr. Raffaele Cirone, Presidente FAI, nel complimentarsi per come si stavano conducendo i lavori, ha relazionato sulla dura lotta svolta da tutto il mondo apistico, in primis le Federazioni Nazionali, per bloccare i neonicotinoidi nelle conce dei semi del mais e in quelli della barbabietola. Il dr. Albino Gallina, dell’Ist. Zooprofilattico sperimentale delle Venezie, referente nazionale per l’apicoltura, ha parlato dei residui nel miele, riportando gli ultimi aggiornamenti del Piano Residui Nazionale (PRN) che attualmente è stato approvato, ricordando che, oggi, nel miele il residuo massimo riguardo gli antibiotici è pari e non superiore a 5 ppb. Questo limite non vuol dire che si possono introdurre gli antibiotici nell’allevamento delle api ma è solo un valore che rappresenta il limite delle strumentazioni dei vari laboratori di analisi. Proprio per questo, per essere più precisi nella campionatura del miele, il Ministero ha stabilito di non prelevare più il miele dai vasetti, come negli anni scorsi, ma direttamente dai favi degli alveari, portando al laboratorio cera e miele. I pezzettini di favo del peso di cento grammi, saranno prelevati sia dai favi del melario che dai favi della covata, in quanto si deve attestare che antecedentemente a tale data non siano stati eseguiti degli illeciti. Anche le sanzioni sono aumentate nei confronti dei trasgressori. Una volta accertato l’illecito viene sequestrato tutto il miele, cedendolo come sottoprodotto non destinato al consumo umano (reg.C.E.1774/02) con il relativo sequestro degli allevamenti e infliggendo all’apicoltore una sanzione amministrativa che può variare da 10329,00 euro ad un massimo di 61974,00 euro, con una possibile sanzione penale (art.5 legge 283/62) Capirete il mormorio dei presenti! Con grande abilità la moderatrice ha saputo rinviare gli interventi spontanei dando la parola al prof. Ibrahim Mujic dell’Università di Zagabria che ha parlato delle analisi che vengono eseguite presso il suo Istituto: ha fatto presente quali sono i residui che ricercano nel miele e dopo varie tabelle che riportavano tutti i dati delle analisi, corredati da diagrammi, ha terminato il suo intervento rammaricandosi di non poter disporre di strumentazione come quella del dottor Gallina che riesce a rilevare fino al valore di 5ppb (parti per miliardo). Dopo questo intervento si è passati alla discussione. Si sono espresse delle considerazioni positive sulla formazione di una futura costituzione della Commissione Sanitaria “ALPE ADRIA”, qualcuno ha chiesto di allargare l’invito anche all’Emilia Romagna e si sono rivolte domande agli oratori con relative risposte. Alla fine di queste operazioni abbiamo votato per la costituzione della Commissione Sanitaria, dando il compito al Professore Frilli di stendere un protocollo d’intesa per poi discuterlo e sottoscriverlo. Forse il momento più interessante della giornata è stata la pausa pranzo, nonostante che il ristoratore si sia veramente impegnato per farci assaggiare delle buone cose. Nessun partecipante si è fatto distrarre perché la cosa importante era quella di scambiarci opinioni, dialogare dei vari interventi per ricavarne idee e pareri che potessero placare le nostre curiosità. Nel pomeriggio si è svolto l’incontro con gli Esperti Apistici Friulani. Il sig. Sandro Baldo, Presidente del Consorzio Apicoltori di Udine, ha introdotto i lavori dando poi la parola al dr. Emanuele Carpana del Consiglio per la ricerca e la Sperimentazione in Apicoltura, il quale ha trattato la virosi delle api. Su questo argomento normalmente pesante perché richiede una capacità particolare di concentrazione, il dr.Carpana ha saputo interessare tutti perché ha cominciato spiegando in modo chiaro e preciso la differenza tra virus e batteri e, supportato dalle proiezioni, è riuscito a darci quelle notizie che ci serviranno quando in apiario dovremmo diagnosticare qualche patologia. L’amico Francesco Bortot che è un Imprenditore Apistico Regione Veneto, ha saputo dare un spirito di cordialità al suo intervento raccontando le sue esperienze, positive e negative, e il modo in cui ha superato i momenti difficili, non dimenticando mai lo spirito dell’apicoltore che dice: il domani è sempre migliore del passato. Poi è intervenuto il dr. Moreno Greatti, Laboratorio Apistico Regionale dell’Università di Udine, il primo ricercatore che collegò la moria primaverile delle api con le semine del mais e dal 2002 si impegnò a studiare il fenomeno producendo una infinità di prove che avallassero la sua tesi. Il Professore ha relazionato su una decina di esperimenti in campo contro la varroa, verificando che non c’è uniformità di risposta nella caduta dell’acaro. Eseguendo lo stesso trattamento in diversi alveari, ha rilevato che la varroa quando esce da una celletta, se trova l’ambiente a lei ostile dovuto alla presenza di evaporanti, la prima cosa che cerca di fare è quella di nascondersi subito in una cella che le api stanno opercolando. Da questa osservazione si è dedotto che gli evaporanti non sono in grado di ripulire a fondo le famiglie: una parte di varroe, anche se in numero ridotto sono sempre attive nella loro riproduzione. La chiusura del convegno è stata fatta dal dr.Raffaele Cirone Presidente della FAI il quale dopo aver ringraziato gli organizzatori e tutti quelli che sono intervenuti ha concluso dicendo: oggi l’Apicoltura, non solo friulana ma nazionale, si è arricchita di un nuovo strumento che è quello di far incontrate Apicoltori, Studiosi e Veterinari delle ASL per dialogare assieme, perché il mondo apistico possa convivere in armonia. Il giorno 11 dicembre ho partecipato ad un forum: Agricoltura e Apicoltura, presso la Corte Benedettina di Legnaro (Padova) organizzato da Veneto Apicoltura. Il forum si proponeva di mettere a confronto le due attività alla luce della recente sospensione di sostanze attive concianti. Fra gli oratori c’era il prof.Giorgio Celli, che con un spirito quasi scherzoso ha saputo dimostrare quanto sia importante il lavoro dell’ape per l’agricoltura, il dr.Moreno Greatti che ha esposto una parte dei lavori che dimostravano il coinvolgimento diretto dei nicotinoidi per le conce del mais con la morte diretta delle api. Il dr.Raffaele Cirone, Presidente FAI, con fermezza ha ricordato tutta la lotta per arrivare al decreto di sospensione delle conce, ricordando che in seguito qualsiasi prodotto che faccia male alle api sarà sottoposto alla stessa procedura. Il dr.Marco Aurelio Pasti, Presidente AMI (Associazione Maiscultori Italiani) ha ricordato la difficoltà economica del settore che in questi ultimi anni hanno dovuto cercare di produrre di più perché molte volte le spese di produzione erano poco inferiori dei ricavi. I lavori sono stati coordinati dal dr.Franco Mutinelli che con grande pacatezza ha saputo gestire situazioni anche imbarazzanti. Quello che ha lasciato la sala tutta sbigottita è stato l’intervento del dr.Vincenzo Girolami dell’Università di Padova che ha mostrato un breve filmato di una prova fatta direttamente da lui. Ha preso due piccole scatole di plastica trasparenti e ha messo all’interno un’ape per ciascuna, ricoprendole con dei pezzettini di velo, poi con due pippette di laboratorio e andato, prima, in una pianta di mais non conciato ed ha aspirato quella piccola goccia di rugiada all’estremità della foglia e l’ha portata sopra la copertura di una scatoletta. A quel punto l’ape, anche un po’ nervosa, si è portata nel velo e ha succhiato l’acqua. Ha poi preso la seconda pippetta ed è andato a raccogliere la rugiada all’estremità delle foglie di una pianta di mais con il seme conciato con i nicotinoidi, portando la goccia sopra il velo della seconda scatoletta. L’ape dopo aver girato un paio di volte nel fondo ha incominciato a salire, nel frattempo il Professore avvicinava il suo orologio alla scatola, l’ape succhiava l’acqua e dopo due minuti (di orologio) questa si rovesciava nel fondo morta, mentre la sua collega a fianco camminava tranquilla. In questo istante nella grande sala del convegno, gremita di gente, si potevano contare i respiri. Credo che il Prof.Girolami, con semplicità, in pochi minuti abbia dimostrato molti anni di studi ed abbia aperto una strada per test iniziali da eseguirsi anche nel campo. Con molta probabilità vi sarete annoiati di tutti questi discorsi ma ritengo sia importante per voi sapere come si muove questo mondo dell’apicoltura. Per questo mese è bene lasciarle stare le api, riprenderemmo il prossimo, un saluto
Paolo Franchin ... |