A.P.A.V. servizi |
Lavori in apiario nel mese di Settembre 2009In base alla mia (poca) esperienza, credo che il mese di settembre sia uno dei più impegnativi dell’annate apistica. Con la verifica dell’efficacia dei trattamenti tampone per l’abbattimento della varroa, si ricomincia a visitare le famiglie con l’interesse di osservare la covata che deve essere ben distribuita uniformemente nel telaino lasciando però sempre una bella corona di miele sul lato superiore. Guardiamo bene all’interno degli alveoli, magari con l’aiuto di una lente d’ingrandimento: dobbiamo essere certi che non ci siano larve morte e se ci sono le controlliamo estraendole con uno spillo infilato in un pezzettino di legno verificando il loro colore e il loro odore e se sono ridotte a poltiglia o a scaglie o sono calcificate. Personalmente visito tutte le mie arnie, telaino per telaino. In questo modo mi rendo conto della forza delle famiglie, osservo la covata e ricerco cellette foracchiate e isolate: possono essere indice di peste americana o peste europea. Altre forme di virosi come la covata a sacco presentano larve scure e morte all’interno degli alveoli. Naturalmente non tralascio di guardare le api adulte nell’intento delle loro funzioni domestiche; osservo che non ci siano api colpite da virosi che camminano tra i fili d’erba davanti alla casetta, che non ci siano api tremanti ne sul predalino ne sui favi. Qualche amico in primavera e verso la fine del mese di luglio che aveva rilevato delle famiglie con della covata morta, supponendo che fosse un inizio di nosema ha nebulizzato una soluzione di Esodrox C diluito come descritto in etichetta, direttamente sui favi coperti dalle api. Inizialmente si è temuto il peggio perché le api sono diventate tutte nere ma poi la cosa si è stabilizzata e le api sono ritornate come prima. Incontrandolo, qualche giorno fa, mi confermava con un certo ottimismo che quelle famiglie non hanno più presentato problemi di quel genere. La stessa soluzione, in forma più concentrata, ho avuto modo di usarla per disinfettare il materiale che ho recuperato dalle cinque famiglie che mi sono morte a primavera. In parte l’ho riutilizzato e in parte è ancora a magazzino, verificherò nelle prossime visite la sua efficacia. Prima di concludere la visita sposto al di fuori del diaframma i due telaini esterni, naturalmente colmi di miele, e dopo aver allargato il nido deporrò al centro due telaini lavorati separati da uno di covata. Sopra al copri favo depongo un nutritore per alimentare la famiglia con un bicchiere a sera di sciroppo stimolante (1000gr di zucchero, 1000gr di acqua, 2gr di cremor tartaro e 2 cucchiai di aceto) per dieci o quindici sere consecutive. E’ vero che questo ripropone sempre lo stesso dilemma: alimento si o alimento no, personalmente mi sono sempre trovato bene: ho visto la covata aumentare fortemente e con le api nate da questo ultimo ciclo la famiglia è riuscita a passare tranquillamente i rigori dell’inverno. In questo periodo si possono marchiare le nuove regine, mi raccomando cerchiamo di colorare solo il corsaletto, ho visto amici che presi dall’emozione hanno dipinto anche la testa, compresi gli occelli e una parte delle ali. Usiamo quel cerchietto con la rete e, una volta trovata la regina, appoggiamo il telaino sul leggio e con calma fermiamo la regina sotto la rete, se assieme alla regina imprigioniamo qualche ape forse è meglio perché non premeremo con troppa forza sopra la regina. Vorrei ricordare di fare attenzione nel recuperare degli sciami tardivi: se non siamo sicuri della loro provenienza è forse il caso di farci un pensierino. Anche se duole al cuore abbandonare delle api sapendo che andranno incontro a morte certa, in questo periodo è impensabile che riescano a produrre cera e covata per poter superare l’inverno; non possiamo certamente raccogliere un possibile focolaio batterico. Riduciamo l’ingresso degli alveari sia per gli insetti e animaletti, che in questo periodo cercano di entrare, sia per scoraggiare qualche saccheggio; il periodo è propizio per questi eventi che molte volte sono causa delle distrazioni, volendo chiamarle in forma benevola, dell’apicoltore. In caso di saccheggio bisogna chiudere ulteriormente l’entrata della famiglia saccheggiata fino a lasciare spazio perché possano passare solo una o due api e disporre un panno bianco sotto il coperchio in modo che copra tutto il portichetto. Verso sera, dopo il tramonto, con l’aiuto degli api scampo, possiamo far asciugare i melari vuoti, operazione molto pericolosa se non si lavora con giudizio sia durante la posa sia quando andremmo a toglierli. Ritengo importante far pulire i melari: le piccole parti di miele contenute all’interno degli alveoli, se posti direttamente in magazzino, con l’umidità dell’inverno sicuramente tenderanno a fermentare e a primavera si vedranno degli alveoli luccicanti con della schiuma all’interno. Se noi andremmo a deporli sugli alveari prima o durante le fioriture primaverili, le api non avranno tempo di ripulirli e mescoleranno il loro miele a quello con il risultato che anche il nuovo miele fermenterà. Naturalmente la pulizia delle attrezzature che riordineremo in magazzino come telaini, escludi regina, maturatori, smielatore concorreranno a completare quel tempo libero che ci può rimanere nel corso della giornata. Un saluto a tutti e al prossimo mese
Paolo Franchin ... |