Cronaca di un intervento di un esperto apistico!
dott.
Marco
Fragiacomo
Dirigente scolastico dell'I.S.I.S. "G. Brignoli
Situazione:
fine gennaio 2006, primo giorno utile dopo settimane di freddo intenso,
zona Carso (comune Doberdò del Lego - prov. Gorizia), apiario con arnie
Znidarsic e DB; temperatura di circa 12°C (all'ombra), ore 15.00,
assenza di vento, api vispe.
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L'apiario è distante da sorgenti a 220V e perciò si sfrutta la batteria della macchina. |
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Si collega l'INVERTER (converte i 12 Volt a corrente continua nei 220 V in alternata, clicca qui per esaminarne le caratteristiche). Il Modello illustrato sostiene
carichi fino a 600 W (collegare la messa a terra!) mentre il
distributore per l'ossalico assorbe 250 W. |
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L'aparecchio
utilizzato: l'ossalico in polvere non va inserito direttamente nel
fornelletto. La scatoletta grigia contiene un termostato che impedisce
alla resistenza riscaldante di portare la T° oltre i 200°C. |
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Fondamentale: operare in sicurezza (626/94)! Maschera integrale e filtro (marrone e bianco, A2P3). Non si deve sentire l'odore dell'acido ossalico durante le operazioni. Nota: il miglior filtro probabilmente è CF32 E2-P3, scarica il file per un completo catalogo di filtri: clicca qui (PDF)
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Quasi pronto. Mancano i guanti! |
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L'ossalico,
in questo modello di sublimatore, è inserito nell'apposito coperchietto
che può contenere fino a circa 4 g di ossalico diidrato (dose
utilizzata: circa 1,5 g che può variare secondo il tipo di arnia,
giornata ventosa o meno, ecc.). |
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Non
resta che mettere insieme le due parti dello strumento. Il fornelletto
deve essere acceso 15 minuti prima per arrivare alla giusta
temperatura. |
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Si uniscone le due parti, si capovolge lo strumento e come l'ossalico cade nel fornelletto ... |
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... con un piccolo crepitio sublima!
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Con le arnie Znidarsic si lavora molto bene ... |
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ma anche con le DB! Si può inserire un cartoncino con un foro tra arnia
e porticina (idea di Giuliano Sabadin). Nell'unico foro rimasto si
inserisce il tubicino. |
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Sempre
meglio scostarsi un poco. La somministrazione dura circa un minuto.
Nelle DB si può muovere il coprifavo per creare un effetto camino. |
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Altro apiario .... dentro con l'ossalico ... |
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... e chiusura per circa 10 minuti. |
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Per
fare la foto (non lo farò più!) vi mostro la quantità di ossalico che
esce dallo strumento e vi lascio immaginare quale potrebbe essere la
situazione all'interno dell'arnia. Immaginate la famiglia d'api nella
nube di ossalico! |
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L'apiario di Milos Devetta.
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Piccola nota: le api non hanno manifestato nessuna aggressività a seguito del trattamento.
Alcune
note sull'acido ossalico (per i più curiosi e precisi!). Conoscete la
formula dell'acido ossalico? E' una molecola semplice formata da due
gruppi corbossilici. HOOC - COOH. Oltre i 156°C sublima mentre a
temperature superiori i 200°C si rompe. Immaginate di romperla: si
formano acido formico (eliminate l'anidride carbonica e resta l'acido
formico), acqua, ossido di carbonio, anidride carbonica. Sulla base di
dati bibliografici non risulta che ad alte temperature si formino
sostanze più tossiche dell'acido ossalico stesso. L'acido formico che
potrebbe formarsi ha comunque una sua efficacia. Nel caso peggiore
(temperature troppo elevate) il trattamento potrebbe avere meno
efficacia.
Per ulteriori approfondimenti sull'ossalico: clicca qui.
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Lo strumento utilizzato presenta alcuni aspetti interessanti rispetto ad altri sublimatori:
- Il termostato mantiene la temperatura costante intorno ai 200°C e fa durare di più la carica della batteria;
- il tubicino corto impedisce all'ossalico di ricristalizzare rapidamente, cioè l'ossalico non riprecipita nel tubo.
-
il tubicino ha un diametro di circa 6 mm e si infila con facilità nei
vari tipi di arnie, anche in quelle costruite male e con feritoie
strette dove altri sublimatori non entrano.
Difetti:
- per operare è necessario rimanere abbastanza vicini al sublimatore e perciò è necessario proteggersi molto bene.
Marco Fragiacomo
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Nella
pagina dei consigli degli esperti si possono trovare dati molto precisi
sull'andamento della caduta di varroa dopo il trattamento con ossalico
sublimato. |
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Un grazie a Giuliano Sabadin per l'aiuto e le foto, Silvan Ferfolja, proprietario dei primi due apiari e Milos Devetta. |
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